Sciogliere la matassa e seguire il filo. Irene Vasco, Juan Palomino, Mac Barnett e Jon Klassen
Ci sono persone che, quando le ascolti ti rapiscono e ti ispirano, una di queste è senza dubbio Irene Vasco, vincitrice, tra le altre cose, dell’IBBY-iRead Outstanding Reading Promoter Award per il 2024.
Irene Vasco ha radici in Colombia, ma come lei stessa scrive nel suo sito, queste radici si estendono in diverse parti del mondo. Un’infanzia affascinante al fianco di sua madre Sylvia Moscovitz, artista che lavorò ai e nei programmi dedicati all’infanzia per la Televisora Nacional de Colombia, che la coinvolse sin da subito nella scrittura e stesura di racconti, canzoni e adattazioni di racconti classici.
Un talento che si alimenta di bellezza, creatività e passione.
Scrittrice, promotrice della lettura e letteratura, formatrice: Irene Vasco riesce a coinvolgerti e a portarti con sé quando parla del suo lavoro; eccomi chiudere gli occhi e immaginarmi lì con lei, in Colombia, percorrendo le aree più recondite: scoprire le tradizioni e le culture indigene dei villaggi che ancor oggi vivono e caratterizzano il territorio, incontrando lingue autoctone come il wayuu per citarne una tra le tante.
Innumerevoli i viaggi avventurosi di Irene per giungere in luoghi d’incanto, ma difficilmente raggiungibili senza una guida o mezzi di trasporto adeguati, come barche o cavalli per esempio. Di questi viaggi, incontri e letture dove lingue e vite diverse si incontrano e si uniscono, di quei momenti di condivisone Irene Vasco racconta con una luce negli occhi che illumina i cuori degli interlocutori.
Una vita che troviamo, in parte, nell’albo illustrato in lingua spagnola (disponibile anche in inglese)
“La joven Maestra y la gran serpiente”, un’ opera illustrata magistralmente da Juan Palomino, edita da Juventud (2019)
Come si evince dal titolo si narra della storia di una giovane maestra che dopo tanto studiare ottiene il suo primo incarico, il suo destino finale è la Comunidad de las Delicias, nell’Amazzonia. La giovane maestra riserva uno spazio speciale tra i suoi bagagli ai suoi amati libri, che porterà per condividere con i/le suoi/e nuovi/e alunni/e storie e personaggi che spera faranno breccia nei loro cuori.
Dopo un lungo e avventuroso viaggio arriva al villaggio, situato vicino le rive di un fiume, dove la gran parte degli abitanti non parla spagnolo, una piccola scuola senza pareti è pronta ad accoglierla. Caratteristica che nel mio immaginario, si fa portatrice nel suo aspetto architettonico di apertura verso la cultura locale e di diffusione del sapere verso l’esterno: uno scambio aperto e libero da costrizioni e porte chiuse.
I/le bambini/e amano i libri della biblioteca scolastica, li portano a casa dalle famiglie, dove nonne e madri, pur non capendone il testo, si dimostrano interessate e affascinate dalle storie celate tra le pagine, in un primo contatto con l’oggetto libro che diventa parte del loro quotidiano grazie alla maestra.
Ma la selva ha i suoi ritmi e i suoi pericoli e la “grande serpiente” è lì in agguato, e a causa del disboscamento e del cambiamento climatico il fiume esonda e i libri della maestra andranno persi per sempre. Una delle leggende locali, così lei credeva, si trasforma in realtà.
Dolore e sgomento invadono la maestra che si trova improvvisamente persa, ma perdendosi riesce finalmente a capire e unirsi ancor più alla comunità : ne scopre la ricchezza culturale, linguistica e la condivisione di storie diventa totale; i libri non saranno più di carta, ma di stoffa, i racconti verranno narrati e ricamati, cuciti dalle donne della comunità e dalla maestra stessa la quale diventerà membro della collettività : ne imparerà la lingua, le tradizioni, le narrazioni confermando ancora una volta il potere delle storie: momento di condivisione, ascolto e accoglienza.
Se le parole di Irene Vasco ci accompagnano durante il viaggio, le illustrazioni di Juan Palomino, nel 2016 vincitore del Premio Internazionale d’Illustrazione alla Bologna Children’s Book Fair, arricchiscono ulteriormente la storia: i colori brillanti, giocano tra tonalità vivaci e scure e ci spingono a soffermarci sui dettagli delle illustrazioni. Un particolare tra i tanti colpisce: un filo che si srotola tra le pagine: un gomitolo di lana è presente nella camera della maestra, buia e oscura, proprio come la selva di notte. L’andamento ondulato del filo, quando assente, è ripreso da altri elementi come la strada tortuosa o il fiume, il filo si srotola piano dai bagagli della giovane donna , raggiunge e si fa strada tra le mani delle donne indigene, si ferma apparentemente tra le pagine dei libri di stoffa, ma è proprio lì tra i tessuti che il filo si amplifica e raggiunge una nuova dimensione unendo culture, dando voce alle donne, mettendo nero su bianco l’antica tradizione femminile della narrazione, e rafforzando legami che difficilmente si romperanno.
Questa simbologia del filo mi ha condotto ad un altro albo illustrato: Filo Magico di Mac Barnett e illustrato da Jon Klassen, edizione italiana di Terre di Mezzo (2016): se la contrapposizione ambientale è assolutamente evidente, dalla selva ad un paesaggio innevato Annabelle, la giovane protagonista della storia, ripone nel ritrovamento di un filo magico tutto il suo spirito rivoluzionario sapendo intessere legami con tutta la comunità, anche con i più scettici e reticenti, arrivando a sconfiggere con astuzia la prepotenza dell’arciduca.
I colori brillanti tra toni scuri e caldi di Palomino si contrappongono ai toni freddi e caldi di Klassen: due luci opposte, due storie lontane, ma allo stesso tempo così vicine.
Ti invito quindi a leggere queste storie a seguire il filo del racconto, chissà non possano ispirarti e aiutarti a sciogliere, eventualmente, qualche matassa.
Auguro un buon inizio scolastico a tutte/i le /gli insegnanti, educatori/trici, bambini/e e ragazzi/e che hanno iniziato o inizieranno un nuovo anno scolastico, nella speranza che sia ricco di condivisioni, avventure e narrazioni.
A presto!
Jessica Paolillo
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