Chinas di Arantxa Echevarría e Anch’io di Chenxino (Topipittori): tra fotogrammi e pagine. Il potere della narrazione.

 

Anch’io di Chenxino (Topipittori)

Quando ho guardato il film della regista Arantxa Echevarría, "Chinas", il primo pensiero è stato: “questo film dovrebbe vederlo qualsiasi persona, non importa il Paese nel quale viva!"

Chinas è una proposta cinematografica che emoziona e fa riflettere.  Le protagoniste del racconto sono Lucía, Xiang e Claudia, le storie principalmente si intrecciano tra le strade di Madrid, nel bazar dei genitori di Lucía e Claudia e la scuola frequentata dalle tre. 

Qui di seguito il trailer ufficiale:



Infanzia, adolescenza, identità, amicizia, immigrazione, adozione e ricerca di un equilibrio personale e professionale di famiglie diverse che combattono contro l’ipocrisia e il razzismo sono i temi principe.   Protagonisti che da un lato difendono la volontà di mantenere vive le proprie tradizioni culturali e linguistiche arrivando a rifiutare o non accettare completamente la cultura locale e dall’altro al rifiuto totale o parziale dell’identità d’origine,  attraverso una ricerca disperata di essere considerati non diversamente dagli altri, ma omologarsi, per trovarsi ed essere accettati dai propri coetanei e dalla società.

Non voglio svelarti tutti i dettagli del racconto scritto, prodotto e diretto magistralmente da Arantxa  Echevarría, ma questa volontà di trovarsi, di esprimersi, comune nel viaggio infantile e adolescenziale, mi ha fatto venire in mente l’albo illustrato bilingue, italiano e cinese,  Anch'io di Chenxino, edito da Topipittori (2022).  Confesso che ho molto amato il tratto lineare e pittorico dell’autrice che è anche illustratrice di quest’opera.

La protagonista dell’albo non ha nome, illustrando così un’identità comune dove chiunque può riconoscersi, una narrazione che si svolge prevalentemente per immagini, accompagnata da un testo sintetico, che colpisce e arriva al lettore diretto, senza filtri racconta i desideri infantili che si affacciano con coraggio all’adolescenza.

Ed ecco che sin dalla copertina conosciamo la bambina che vive e fa vivere la narrazione, subito catturano la mia attenzione il suo viso contornato da un taglio dei capelli a caschetto nero, i due grandi occhi neri penetranti e la mancanza, invece, di naso e bocca.

La mancanza di una bocca e di un naso impedisce l’espressione del proprio io? Ammutolisce i desideri?

I desideri vengono condivisi pagina per pagina con dei personaggi del mondo animale e naturale: una tigre, un gufo, un cigno, la luna…, ed in questo relazionarsi con altri personaggi, la bambina sposa i desideri altrui riconoscendoli anche propri semplicemente rispondendo “anch’io”.

Il desiderio condiviso con la talpa di volere una casa è uno dei più toccanti per me: se per la talpa la casa è al chiuso, protetta; per la bambina è differente e non è il testo a raccontarlo, ma l’illustrazione che amplia i significati narrativi e li arricchisce ulteriormente. La sua casa ha la porta d’ingresso spalancata, pronta ad accogliere i suoi amici, dichiarando apertamente una chiara volontà di incontrare il mondo esterno e farlo suo.

Ed è quando gli animali chiedono a lei quale sia il suo desiderio, lei ci sorprende con una risposta che era ben chiara sin dalle pagine che precedono la dichiarazione fatta a gran voce: il voler, viaggiare, il voler uscire, il voler volare ci riportano ad una dimensione di un desiderio di cambiamento che è parte del percorso di crescita.  Altri desideri invece come il voler vivere su di un albero, il voler i capelli lunghi la tengono ben ancorata ai suoi due io: l’io grande che abbraccia e non lascia andare il suo piccolo io.  Un piccolo io che spero rimanga sempre vivo nella nostra giovane protagonista e anche dentro di noi che  leggiamo.

Credo sia quindi chiaro che la mancanza del tratto grafico che rappresenta la bocca, non impedisce una comunicazione o espressione del proprio volere, ma lo amplifica in qualche modo, ci spinge a prestar maggiore attenzione ai desideri dell’infanzia che troppo spesso rimangono inascoltati.

In questa continua espressione di desideri, di volontà, nel non essere ascoltate, nella ricerca continua e di inesorabile crescita e cambiamento che ritrovo anche le protagoniste di “Chinas”.

Spero ti sia piaciuto questo nuovo articolo che è stato scritto in concomitanza del 23 aprile, giornata mondiale del libro e del diritto d’autore.

Trovi maggiori informazioni sull’autrice e il libro di Chenxino, “Anch’io” QUI.

Trovi maggiori informazioni sul film Chinas di Arantxa Echevarría QUI.


A presto,

Jessica Paolillo

Ringrazio infinitamente Topipittori per la condivisione del mio articolo nel loro profilo Facebook: QUI

(tutti gli articoli che trovi nel mio blog sono frutto del mio studio e ricerca, nel caso li usassi ti prego di citarne la fonte)

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